Una dieta ricca di grassi e zuccheri è correlata alle malattie più frequenti di quest’epoca, quali malattie metaboliche, cardiovascolari, neurodegenerative e tumori. Perché privarci però di un dolce se ci gratifica? Riducendo i grassi e gli zuccheri e aggiungendo fibra negli impasti, possiamo permetterci di cadere in tentazione, per di più ricavandone effetti benefici. La fibra più indicata nelle preparazioni è l’inulina a catena lunga che rallenta ed in parte impedisce l’assorbimento di zuccheri e grassi mantenendo l’effetto prebiotico.

Dolci Evolution.. più fibra di una mela!

Sappiamo bene che una dieta ricca di grassi e zuccheri è correlata alle malattie più frequenti di quest’epoca, quali malattie metaboliche, cardiovascolari, neurodegenerative e tumori. Proprio per questo motivo, la prima cosa di cui veniamo privati in un regime alimentare è ciò che più ci fa sentire coccolati: il dolce.

È proprio questa privazione che fa entrare in quel circolo vizioso, per cui, specialmente i più golosi, cadono in tentazione, con i conseguenti sensi di colpa, che portano nuovamente alla privazione.

Perché però fare a meno di un qualcosa che ci gratifica?

Grazie alla collaborazione tra arte della pasticceria e scienza, siamo ora in grado di ridurre l’eccesso di grassi e zuccheri semplici, mantenendo però quel gusto inconfondibile tipico dei dolci.

Ciò però non è sufficiente: la Fibra è un elemento che non può mancare! Questa, infatti, rallenta ed in parte impedisce l’assorbimento di zuccheri e grassi nell’intestino, in modo da mantenere per un tempo più prolungato il senso di sazietà. Inoltre, rallenta il rilascio degli zuccheri nel sangue, prevenendo alterazioni metaboliche correlate a patologie, quali il diabete. Dal momento che i dolci costituiscono una delle fonti primarie di zuccheri, sebbene questi siano ridotti, dobbiamo quindi essere sicuri che il loro assorbimento avvenga il più lentamente possibile. Come aggiungere quindi fibra ai nostri dolci?

Vi sono molte possibilità, dall’associare o sostituire le farine più raffinate con farine più ricche in fibra, come ad esempio la farina di fagioli e di ceci, ad inserire come ingredienti delle verdure, o utilizzare fibre naturali, come ad esempio l’Inulina.

Le Inuline

L’Inulina è una fibra solubile, presente in natura in molti vegetali da cui viene estratta, come la cicoria. Da diversi studi è emerso che contribuisca a neutralizzare lo stato infiammatorio dell’intestino. Tuttavia, ne esistono diverse tipologie e da queste dipendono anche gli effetti sul nostro corpo. Chimicamente possiamo immaginarla come una catena con più ramificazioni, composta da tanti anelli di fruttosio, e le sue funzioni variano proprio a seconda della lunghezza di tale catena e della quantità di ramificazioni presenti.

L’Inulina a catena corta, infatti, è meno ramificata e rappresenta un ottimo nutriente per la nostra microflora intestinale “buona”, assumendo un effetto cosiddetto prebiotico. Lo svantaggio però consiste proprio nell’essere così corta: durante la cottura o la lievitazione, infatti, la temperatura e i lieviti possono far sì che gli anelli si separino e al nostro intestino arrivino solo singoli anelli di fruttosio, che assorbiremmo come zuccheri.

Al contrario, il pregio dell’Inulina a catena lunga è proprio la sua lunghezza e la presenza di più ramificazioni. Queste, nella realizzazione di un dolce, renderanno i prodotti più cremosi, senza la necessità di aggiungere grassi. Durante la cottura e la lievitazione, inoltre, la fibra sarà più resistente e si spezzerà solo in poche parti, che arriveranno così all’intestino ancora come catene sufficientemente lunghe da intrappolare gli zuccheri e i grassi, in modo da rallentarne l’assorbimento. Questo tipo di Inulina comunque svolge anche l’effetto prebiotico.

È quindi fondamentale utilizzare un Inulina a catena lunga, specialmente in quei piatti che prevedono la cottura e la lievitazione, così da poter ricavare tutti i benefici della fibra prebiotica!